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Personal branding: che cos’è, a cosa serve e come aiuta ad aumentare le chance di trovare un lavoro

Investire in Personal Branding è un aspetto che aiuta sempre più ad essere notati dai recruiter nei processi di selezione. Ma di cosa si tratta? Perché è così importante lavorare nel migliore dei modi sulla promozione di se stessi aumentando così in maniera esponenziale e strategica le possibilità di ricevere una proposta di lavoro?

Scopriamolo insieme.

Quando si utilizza il termine Personal Branding ci si riferisce al lavoro atto al miglioramento della propria immagine professionale e personale, allo scopo di promuovere competenze ed esperienze; valorizzare la percezione che un’altra persona possa avere di noi e soprattutto attirare l’attenzione dei recruiter.

Non è un aspetto propriamente tangibile, ma un insieme di dettagli che identificano e contraddistinguono la nostra persona e il nostro modo di presentarci con l’obiettivo di creare lentamente il nostro marchio personale e far sì che quanto si è tentato di trasmettere coincida con la visione che gli altri hanno di noi.

Perché è importante per aumentare le nostre chance in un processo di recruiting?

Il risultato che deriva da un lento e costante lavoro di promozione di se stessi è un aspetto, che ha un peso notevole in un processo di recruiting. Un candidato che ha applicato una corretta strategia, nel lungo periodo, avrà di sicuro acquisito autorevolezza nel proprio ambito professionale e non passerà inosservato agli occhi dei recruiter.

Come definire una strategia?

Adottare la filosofia del Personal Branding significa innanzitutto identificare la strategia più adatta per valorizzare la propria immagine, che oggi va costruita soprattutto attraverso l’uso del web.

Ma come in ogni processo di marketing prima ancora di comprendere quali siano le tecniche ideali da adottare per la propria auto promozione, è indispensabile analizzare e conoscere il prodotto.

Pertanto, utilizzando il bilancio delle competenze, è possibile esaminare a fondo se stessi; bisogna studiare i personali punti di forza, quelli di debolezza, il nostro punto di partenza e quello di arrivo.

È necessario quindi, costruire un orientamento professionale, conoscere obiettivi a breve e lungo termine, fissare scadenze, avere ben chiare le peculiarità che ci distinguono dagli altri ma soprattutto riconoscere le debolezze e gli inciampi del passato; solo in tal modo, potremo programmare una strategia atta a colmare le lacune e strutturare un programma di personal branding efficace e vincente.

Cosa non è il Personal Branding?

Personal Branding non vuol dire mostrare un’immagine falsa della propria persona; né millantare capacità o competenze che in realtà non si hanno.

Addobbare il proprio profilo con skill di cui non si ha padronanza può produrre l’effetto contrario. Se in un primo momento il recruiter potrebbe rimanere colpito dal CV, il nostro debole castello andrebbe miseramente a crollare in fase di colloquio, o peggio ancora in fase di assunzione.

Fornire un’immagine alterata delle proprie competenze contribuirà solo a far perdere fiducia e credibilità nei propri confronti.

Come fare Personal Branding?

Personal Branding significa lavoro lento, meticoloso e strutturato, che produrrà i primi risultati soltanto nel lungo termine; il suo nemico principale è la fretta; ma quindi, come fare Personal Branding?

Quelle che andremo a scoprire nel corso dei prossimi paragrafi sono esempi pratici e molto utili, che possono aiutare i candidati a far brillare maggiormente la propria immagine rispetto a quella di altri professionisti.

  • Presentare la propria attività

È indispensabile per chi cerca di diventare autorevole nel proprio settore, presentare correttamente la propria attività, i successi ottenuti, le collaborazioni, i progetti in corso d’opera e tutti i sogni ancora nel cassetto.

Lo storytelling della propria carriera professionale è necessario, per attirare l’attenzione su di sé. L’unica prescrizione è di non esagerare, per non cadere in una ostentazione stucchevole e fine a se stessa.

  • Mostrare un’immagine chiara

Una volta identificati i propri punti di forza è indispensabile iniziare a gettare le basi per una strategia divulgativa. La nostra immagine dovrà essere sviluppata e ben chiari e definiti dovranno essere gli obiettivi a cui si ambisce al fine di entrare in contatto con il maggior numero di persone facenti parte del target di riferimento, che nel caso di candidati è rappresentato da: recruiter, datori di lavoro o potenziali clienti.  Il lavoro sarà orientato a creare una vincente reputation soprattutto sul web.

Per il nostro scopo è possibile utilizzare le piattaforme social più diffuse a livello globale, LinkedIn in primis, ma senza disdegnare anche quelle nate con una funzione ludico ricreativa, come Facebook, Instagram, o YouTube.

Un altro strumento molto utile in questi casi riguarda la tradizionale creazione di un sito web o di un blog tematico; tali canali dovranno essere curati tenendo sempre ben a mente il nostro obiettivo.

Attraverso questi strumenti sarà possibile mostrare le proprie competenze, farsi conoscere, fornire consigli ed attirare follower.

  • Realizzare contenuti di valore

È doveroso produrre esclusivamente contenuti di valore, che siano in linea con la propria immagine. Le opportunità in questo senso possono essere le più disparate e vanno dalla creazione di articoli, ai tutorial video, passando per la partecipazione a discussioni, fino ad arrivare alla divulgazione dei propri lavori.

L’elemento fondamentale è sempre uno: comunicare quello che si è in grado di fare e quale sia il proprio punto di vista in relazione ad argomenti del proprio settore professionale.

  • Formazione continua

Promuovere se stessi significa anche cercare di “rimanere sempre sul pezzo”. È un’attività da curare quotidianamente, richiede doti di pazienza e dedizione. I risultati sicuramente arriveranno per chi sa attendere ed essere costante.

Importanza cruciale riveste anche la formazione continua. Migliorare se stessi e le proprie competenze sono due aspetti imprescindibili per chi vuole acquisire una certa credibilità nel proprio settore, essere sempre al passo con i tempi e risultare più competitivo rispetto ad altri candidati.

  • Non copiare ma collaborare

È assolutamente deleterio ostentare capacità che non si posseggono o peggio ancora attribuirsi meriti, progetti, articoli o lavori, la cui paternità appartiene ad altri.

Nel caso in cui si vogliano condividere contenuti realizzati da altri professionisti del settore, è utilissimo farlo, a patto che venga citato sempre l’autore del video, della foto, o del testo condiviso.

In tal modo, oltre ad acquisire una certa autorevolezza nel proprio campo, si aumenterà la possibilità di allacciare nuove collaborazioni e perché no, entrare anche in contatto diretto con potenziali datori di lavoro o clienti.

Conclusioni

Jeff Bezos paragona il personal branding a ”quello che la gente dice di te quando sei uscito dalla stanza”.

Lavorare sul proprio personal branding è esso stesso un lavoro, lento e a lungo a termine; una maratona che richiede idee, obiettivi ed una strategia chiara; un cammino da portare avanti quotidianamente e con pazienza.

Nella società odierna non è sufficiente essere bravi e formarsi costantemente per battere la concorrenza ed essere notati da recruiter e potenziali clienti, occorre anche lavorare sul background culturale e professionale e mostrarlo al mondo utilizzando un packaging adatto e creativo che ci consenta di essere “ricordati” e “tenuti in considerazione”.